Sebastiano Serlio

Tutte lOpere dArchitettura di Sebastiano Serlio Bolognese […]. Venezia, Francesco de’ Franceschi, 1584, Libro II, p. 52.

De’ lumi artificiali delle Scene

Ho promesso più a dietro ne’ trattati delle scene, di dare il modo come si fanno i lumi artificiali di variati colori trasparenti: perché primieramente dirò del colore celeste, il quale rappresenta il zafiro e anco assai più bello.
Prendi un pezzo di sale ammoniaco (1) e abbi un bacino da barbiero o altro vaso di ottone mettendogli dentro un dito d’acqua. Questo pezzo di sale va ben fregando nel fondo, e intorno questo bacino, tanto che si consumi tutto: aggiungendogli dell’acqua tuttavia, e quando vorrai più quantità di quest’acqua, e che ‘l colore sia più bello fa maggiore la quantità di sale ammoniaco. Fatto adunque uno bacino pieno di quest’acqua falla passare per il feltro in uno altro vaso, e questa farà di color celeste bellissimo.

Ma volendolo più chiaro vi aggiungerai dell’acqua pura, così di questo sol colore ne farai di molti più chiari e più scuri quanto vorrai, e se di questa medesima acqua zafirina vorrai fare colore di smeraldo: metti dentro alquanto di zafferano, tanto più o meno, secondo che la vorrai più scura o più chiara. Di queste cose non ti do le proporzioni: ma con la esperienza ne farai più forte ò chiare ò pur oscure.

Se vorrai fare del colore di rubino, se farai in luogo dove siano vini vermigli carichi di colore, e chiaretti: questi faranno de Rubin maturi e gai, cioè acerbi, e se non avrai de’ vini, prendi del verrino tagliato in pezzetti, mettendolo in una caldara piena d’acqua con alquanto di lume di rocco (2) e la farai bollire schiumandola, e poi passare pel feltro, e aggiungendogli acqua pura se vorrai colore più chiaro. E se vorrai colore di Balassio, il vino goro, bianco, e vermiglio insieme, farà tal colore.

Così ancora i vini bianchi più e meno carichi, faran colore di grisopatio e di topazio. Ma (ma senza dubbio alcuno) l’acqua pura passata pel feltro contrafarà li diamanti. Pure per farli sarà necessario adoperare alcune forme in punta, e in tavola. E alla fornace de i vetri fare delle boccie, che prendano tal forma, e quelle impire d’acqua.

Ma il modo di disporre questi colori trasparenti sarà di dietro alle cose dipinte dove andranno questi colori, una tavola sottile traforata nel modo che saran compartiti questi lumi, sotto la quale sarà un’altra tavola per sostenere le bocce di vetro piene di queste acque, poi dette boccie si metteranno con la parte più curva appoggiata a quei buchi e bene assicurate, che non caschino per i strepiti delle moresche, e dietro le boccie si metterà uno cesendelo, ovvero lampada, acciò il lume sia sempre uguale, e le bocce verso la lampada saranno piane, anzi concave, riceveranno meglio la luce e li colori saranno più trasparenti: così ancora per quei tondi, li quali faranno in scorcio, sarà da fare le bocce di quella sorte.

Ma se accadrà tal fiata un lume grande e gagliardo sarà da mettervi di dietro una torcia, dopo la quale sia un bacino da barbiere ben lucido e nuovo, la reflessione del quale farà certi splendori, come raggi del sole. E se alcuni luoghi faranno quadri come mandorla o altre forme, si prenderà delle piastre di vetri di variati cori posti a quei luoghi col suo lume di dietro.
Ma questi lumi non saran però quelli che allumineranno la scena, percioché gran copia in torce si mettono pendenti davanti alla scena. Si potrà ancora su per la scena mettere alcuni candelieri con torce sopra, e ancora sopra essi candelieri vi sia un vaso pieno di acqua dentro, nella quale metterai un pezzo di canfora, il quale ardendo fa bellissimo lume, e è odorifero.

Alcuna fiata accadrà a dimostrare qualche cosa che abbrucia (sia che si voglia) si bagnerà benissimo di acqua vite della più potente, e appiccatogli il fuoco con una candeletta: arderà per un pezzo. Et benché quanto alli fuochi si potria dire assai più, voglio che questo sia bastevole per presente.

Ma parliamo di alcune cose le quali sono di gran diletto agli spettatori. Mentre la scena è vota di dicitori potrà l’architetto aver preparato alcune ordinanze di figurette: di quella grandezza che si ricercarà e dove avaranno a passare, e queste saranno di grosso cartone colorite e tagliate intorno, le quali poseranno sopra un regolo di legno a traverso la scena, dove sia qualche arco, fatto sopra il suolo uno incastro a coda di rondina, entro il quale si metterà detto regolo e così pianamente una persona dietro al detto arco le farà passare, e tal fiata dimostrare che siano musici con instrumenti e voci, onde dietro alla scena sarà una musica a somissa voce. Tal volta farà correre un squadrone di gente chi a piedi e chi a cavallo, i quali con alcune voci o gridi sordi e strepiti di tamburri, e suoni di trombe, pascono molto gli spettatori.

Et se talvolta accadrà che uno pianeta o altra cosa per aria si vegga a passare, sia ben dipinta quella cosa in cartone e tagliata intorno, poi dietro alla scena, (cioè agli ultimi casamenti) sia tirato attraverso un filo di ferro sottile, e con alcuni anelletti in esso filo attaccati dietro il cartone, nel quale sia un filo negro e dall’altro lato sarà una persona che pian piano lo tirerà a sé ma sarà di lontano che né luno né l’altro filo sarà veduto.

Tal fiata accadrà tuoni, lampi e folgori, a qualche proposito, li tuoni così si faranno. Sempre (come ho detto) le scene si fanno nel capo di una sala, sopra la quale gli è sempre un suolo sopra del quale si farà correre una grossa palla di pietra. La quale farà bene il tuono.
Il lampo così si farà . Sarà uno dietro alla scena in luogo alto, avendo nella mano una scatoletta, entro la quale vi sia polvere di vernice: e il coperchio sia pieno di busi: nelo mezzo del coperchio sarà una candeletta accesa: e alzando in su la mano quella polvere salirà in alto, e percuoterà nella candela accesa, di maniera che farà i lampi assai bene.
Circa al folgore, sarà tirato un filo di ferro lontano a traverso la scena che discenda a basso, dentro del quale sarà a concio un rocchetto: o raggio che si sia, ma questo sarà ornato di oro stridente, e mentre si farà lo tuono, nel finire di quello si è scaricata una coda e nel medesimo tempo dato il fuoco al folgore, e farà buono effetto.

Ma se io volessi trattare di quante cose simili mi abbondano io saria troppo lungo però farò fine quanto alla prospettiva.

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1) Cloruro di ammonio (N H4 Cl) o SALE AMMONIACO. È un solido cristallino che si forma dall’unione dell’acido cloridrico con l’ammoniaca che a temperatura ordinaria si combinano con grande energia e sviluppo di calore.
2) Allume di rocca, ovvero allume di potassio.