Gian Paolo Lomazzo, Trattato dell’arte della pittura…, 1584, ed. Roma 1844.

Giovanni Paolo Lomazzo (1538, Milano - 1592, Milano), Autoritratto come Abate dell’Accademia della Val di Blenio, 1568, Olio su tela, 295 x 255 cm, Accademia di Brera, Milano

 

…veggiamo Michelangelo avere solamente osservato un lume principale nelle superficie più ad esso lume, e negli altri di grado in grado averli minuiti proporzionalmente. Il medesimo, ma con maggiore ombra hanno osservato Leonardo da Vinci, Raffaello d’Urbino, Gaudenzio, e Cesare da sesto nelle sue figure, le quali hanno perciò un rilievo mirabile sì che paion nascer fuori dal quadro; e con loro Bernardino Luini, e molti altri, ma più grossamente.
Per dare adunque forza e rilievo a tutte le figure, bisogna reggersi con ordine sotto un lume maggiore di tutti gli altri, i quali poi secondo la distanza e lontananza si vanno perdendo; e tener questa regola, siccome l’hanno tenuta i sopradetti pittori, e gli altri, che perciò sono stati reputati degni del nome di pittori, perché sono stati cotanto parchi nel dare il chiaro, che non altrimenti che gemma preziosa l’hanno distribuito nelle sue figure.
(Lomazzo, Trattato…, Cap. XX)

 

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