È un inizio d’anno accademico speciale quello di venerdì 3 novembre. L’Accademia di Belle Arti ha avuto l’idea di raccontare in luoghi diversi della città la ricchezza della sua storia insieme alla creatività dei più giovani artisti del mosaico attraverso la rassegna Fabulae. Le storie dell’Accademia, la storia dell’Accademia, con la quale partecipa a RavennaMosaico, quinta edizione della biennale di mosaico contemporaneo, in programma fino al 26 Novembre 2017. C’è, nei racconti che compongono Fabulae, un presente, un passato prossimo (all’incirca gli ultimi dieci anni dell’Accademia), e anche un passato più lontano ma non troppo da cui prendere spunto per guardare al futuro.

Iniziamo dalla mostra che apre sabato 4 nell’Aula Magna della Biblioteca Classense, L’Accademia e la sua storia: leggere il Mosaico. Un racconto affascinante tra passato e presente, dedicato a un grande patrimonio da riscoprire, dal quale provengono documenti e immagini che offrono una nuova visuale sulla rinascita del mosaico ravennate nel corso del Novecento. Volumi, riviste, fotografie, lettere, ma anche disegni degli allievi negli anni ’20, così come cartoni musivi mai visti prima dei maestri “pionieri” del mosaico: Zampiga, Azzaroni, Salietti, Musiani, Signorini. La mostra mette in luce tesori inaspettati, evidenziando tessere preziose di una storia da valorizzare maggiormente in futuro.

Una collaborazione particolare tra la biblioteca Classense e l’Accademia ha consentito di ordinare la rassegna, dal momento che i documenti e le opere in mostra sono tratti dalla Biblioteca e dall’Archivio dell’Accademia di Belle Arti così come dal grande patrimonio librario e dai fondi antichi della Biblioteca Classense.

Il momento fondamentale per la rinascita del mosaico ravennate accade nel 1924 all’Accademia di Belle Arti di Ravenna quando apre la Scuola del Mosaico per impulso del Direttore Vittorio Guaccimanni e di Giovanni Guerrini, poliedrico artista romagnolo e docente all’Accademia nel 1914 e, finita la guerra, dal 1919 al 1929.

3_bando accademia-1924

È un evento preparato anche dall’opera lungimirante di Corrado Ricci primo Sovrintendente ai Monumenti di Ravenna dal 1897 e poi Direttore generale delle Antichità di Belle Arti a Roma (1906-19): nel recupero del patrimonio tardo-antico e bizantino di Ravenna da lui promosso anche il mosaico deve essere restaurato, perciò documentato, conosciuto, realizzato da mani sapienti (al proposito: sono in mostra alcuni disegni originali di Alessandro Azzaroni, che insieme a Giuseppe Zampiga realizza le 133 splendide tavole che illustrano Monumenti. Tavole Storiche dei Mosaici di Ravenna, edizione promossa dal Reale Istituto d’Archeologia e Storia dell’Arte di Roma, data alle stampe tra il 1930 e il ’37).

4.Tavole dei mosaici storici Zampiga Azzaroni Ricci

Non solo restauro, però. Tutto ciò avviene in un contesto di rinnovato interesse per la decorazione, tra Arts and Crafts, grazie alla visione aggiornata alle esperienze europee di Vittorio Guaccimanni e alla personalità di Giovanni Guerrini, pittore, decoratore, architetto, illustratore: un “designer prima del design” che si impegna a fondo per promuovere un nuovo rapporto tra il mondo dell’arte e quello delle arti applicate. A dimostrarlo le sue copertine della rivista “Emporium” degli anni ’20. Con lui la Scuola di Decorazione in Accademia è un ambito stimolante e ricco di esperienze: da questa vivacità nasce la spinta nuova verso il mosaico, da re-imparare e da utilizzare come linguaggio moderno. Giuseppe Salietti e Libera Musiani ne sono l’espressione.

6a.scuola di decorazione di Guerrini_Libera Musiani

Negli stessi anni la Mostra Internazionale delle Arti Decorative di Monza (divenuta nel 1933 Triennale di Milano, aprendosi all’architettura e all’industria) presenta le maggiori novità delle arti decorative in Italia, tra arte e artigianato, a confronto con le esperienze di altri paesi europei. Giovanni Guerrini e la sua Scuola di Decorazione partecipano nel 1927, quando anche il bel manifesto e la cartolina della mostra sono opera di Guerrini, mentre nel 1930 viene esposta una grande nicchia con una decorazione moderna a mosaico, fatta dagli allievi dell’Accademia.

7. Giovanni Guerrini Manifesto 1925

C’è un “dietro le quinte” interessante relativo alla nascita della Scuola di Mosaico, che alcune lettere scelte dal carteggio di Corrado Ricci svelano. Siamo nel 1917 e Ricci nel suo ruolo di governo intende promuovere una radicale riforma dell’Istruzione artistica in Italia, un disegno per il quale coinvolge intellettuali, critici d’arte, artisti del tempo, da Croce all’Ojetti, da De Carolis a Ettore Tito. Il parere di queste personalità è interessante: dalla proposta “futurista” di Ojetti di cacciare tutti i professori e sprangare per sempre le porte di Istituzioni inutili e dannose (sotto), alle riflessioni di Guaccimanni (non proprio in linea con la proposta di Ricci) per il quale le arti applicate non devono essere solo il gradino preparatorio, ma una specializzazione mirata.

Alberto Giorgio Cassani ha già scritto sull’argomento pubblicando la proposta di Corrado Ricci e le risposte ricevute, commentando alcune di queste lettere, ora in mostra. Lo si può leggere nell’Annuario dell’Accademia di Belle Arti di Venezia del 2014: «Una folla d’inetti e di miseri»? La (mancata) riforma dell’insegnamento artistico di Corrado Ricci (1917).

14_Ojetti

Vittorio Guaccimanni pensa che le Arti Applicate debbano trovare spazio anche nel livello superiore nelle Accademie, perciò bisognerebbe istituire “qua e là Scuole d’Arte specializzate in certi rami, come il musaico, la ceramica, la vetreria (…)”. Ma più che a parole, risponderà coi fatti: la Scuola di Mosaico a Ravenna è il suo progetto. Sarà l’inizio di una storia più che attuale. All’Accademia di Belle Arti si formeranno da quel momento non soltanto restauratori ma artisti, e in questo ambito il mosaico diviene linguaggio artistico contemporaneo.

È interessante lo sguardo di una giovane (poi famosa) giornalista -che risponde al nome di Oriana Fallaci– quando arriva all’Accademia di Ravenna nel 1952 per un reportage e visita la Scuola di Mosaico. Osserva ammirata le allieve e gli allievi al lavoro e dialoga col Maestro Renato Signorini, cercando di capire le qualità di un linguaggio affascinante, unico per la luce, il colore, la materia, e soprattutto per il tempo. Intitola il suo pezzo 3000 sfumature e il seme della pazienza.

La mostra si conclude infine con un omaggio a Sergio Cicognani, ultimo maestro storico vivente: nei suoi mosaici si ammira la maestria tecnica e poetica della generazione dei “fondatori”.

Sara Vasini

12. Matylda-TracewskaMa come non guardare al presente e condividere la gioia di Sara Vasini e Matylda Tracewska, la prima ancora studentessa del biennio specialistico di mosaico, la seconda diplomatasi qualche anno fa allo stesso biennio? Sono le vincitrici dell’ultima edizione del concorso Gaem –Giovani artisti e mosaico 2017. Indubbiamente nelle loro opere, Pavimento in cassetto (così i sogni restano con i piedi per terra) e Senza titolo, c‘è originalità e sperimentazione, concettualità e poesia, qualità tecnica ed esecutiva. Le due opere vincitrici entreranno a far parte della collezione mosaici contemporanei del Museo d’arte della città di Ravenna. Brave! Con qualche complimento anche all’Accademia, che le ha fatte crescere alla sempre più verde Scuola di Mosaico.