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Con Cinquetracce il lavoro sul programma di Candidatura segna una tappa fondamentale. I cinque incontri, che si svolgeranno in luoghi diversi della città tra il 3 novembre e il 3 dicembre, riguarderanno i cinque macrotemi che sono alla base della proposta programmatica di Ravenna 2019 e introdurranno all’open call di raccolta e valutazione dei progetti prevista per il primo semestre del 2012.

Gli appuntamenti di Cinquetracce propongono uno schema ricco e articolato. L’avvio di ogni incontro sarà affidato ad una personalità intellettuale di rilievo internazionale che darà una propria interpretazione del tema generale: lo scrittore anglo-pakistano Hanif Kureishi per Di soglia in soglia; l’etnologo Marc Augè per la La danza dei contrari; lo studioso del Mediterraneo Predrag Matvejevic per Verso il mare aperto; l’economista Irene Tinagli per Immaginare l’immaginario; l’architetto, ora assessore alla cultura al Comune di Milano, Stefano Boeri per Trasformo, dunque siamo.

Gli incontri proseguiranno con varie testimonianze e contributi, anche performativi, di artisti, operatori culturali, personalità istituzionali, che avranno il compito, ognuno per la propria esperienza e dal proprio punto di vista, di illustrare le diverse sfaccettature dei macrotemi al centro della giornata.

Vastissimo ed eterogeneo il panorama degli interventi: dal drammaturgo e regista Marco Martinelli a filosofi come Rocco Ronchi e Alessandro Aresu; dallo scrittore Carlo Lucarelli agli street artists Blu ed Ericailcane; dal Presidente dell’Autorità Portuale Giuseppe Parrello alla Presidente della Fondazione RavennAntica, Elsa Signorino; da alcuni tra i più significativi artisti e intellettuali ravennati appartenenti alle nuove generazioni ai Sindaci di Rimini, Forlì e Cesena, chiamati non a un saluto istituzionale ma a un contributo di merito.

Ogni incontro sarà arricchito dalla presenza di un ospite europeo che, grazie all’esperienza spesso maturata alla guida di altre Capitali europee della cultura, potrà fornire indicazioni e stimoli preziosi per il percorso di candidatura. Complessivamente oltre 60 ospiti animeranno le cinque giornate ravennati, andando a comporre, non si può non dirlo, un mosaico quanto mai variegato e dando vita a un grande laboratorio di idee proiettato sul futuro.

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Il primo appuntamento, fissato il 3 novembre presso il teatro Alighieri, è con Hanif Kureishi:

Di soglia in soglia

Nessuna cultura può restare senza comunicare. Nessuno può vivere senza condividere le proprie esperienze, visioni, sentimenti e punti di vista. Con la convinzione di sperimentare l’interminabile nell’essere umano dalle rispettive posizioni, di condividere ciò che appartiene a ciascuno, creando uno spazio comune, frutto della creatività umana, uno spazio del vero pluralismo, della pace e della crescita della società civile in un processo di riconoscimento reciproco, di un dialogo innervato in esperienze effettive di cultura, di saperi che si sono trasmessi e poi diversamente sviluppati, di lavoro concreto sulle tracce di un passato ancora vivo nell’incontro e nella convivialità.

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Hanif Kureishi

Nato a Londra nel 1954 da padre pakistano e madre inglese, Hanif Kureishi, oltre a essere un apprezzato drammaturgo, sceneggiatore e regista, è uno degli scrittori inglesi più noti a livello internazionale. Centrali nei suoi lavori temi come l’immigrazione, l’integrazione, le discriminazioni razziali. Terminati gli studi in filosofia presso l’Università di Londra, inizia a scrivere per il teatro.
Nel 1976 scrive il suo primo testo teatrale Soaking Up the Heat, seguito nel 1980 da The Mother Country. Il successo arriva con Borderline, spaccato di vita sugli immigrati a Londra e con Outskirts. Nel 1985 firma la sceneggiatura del film My Beautiful Laundrette per la regia di Stephen Frears, che riceverà, tra gli altri riconoscimenti, una nomination agli Oscar.
Il suo primo romanzo è Il Budda delle periferie che diventerà uno sceneggiato televisivo per la BBC. Tra il ’95 e il ’97 scrive il romanzo Black album e la raccolta di racconti Love in a Blue Time da cui è tratto il soggetto del film Mio figlio il fanatico, diretto da Udayan Prasad.
Tra gli altri ricordiamo Intimacy (1998), il suo terzo romanzo, riadattatto nel 2000 per il grande schermo dal francese Patrice Chéreau e vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino. Nel 2003 pubblica il dramma The Mother e il film di Roger Michell che ne è tratto vince a pari merito il primo premio per la regia al Festival di Cannes.
Nel 2008 The Times ha incluso Kureishi nella lista dei “50 scrittori britannici più importanti a partire dal 1945”. Nel 2009 ha fatto parte della giuria del Festival di Cannes. Nel 2010 ottiene il premio Harold Pinter promosso dal PEN inglese, perché –si legge nelle motivazioni– “parla in modo coraggioso e irriverente della verità sulla vita nel nostro mondo multiculturale”.