Il ministro della cultura Galan aveva pronta la soluzione, contro il vandalismo delle opere d’arte: “insegnare la storia dell’arte in tutte le scuole, a partire dalle elementari“.
Ma si va nella direzione opposta, e non da oggi. In questi giorni numerose sono le voci che si levano contro i tagli dell’insegnamento della storia dell’arte nelle scuole. Ecco un breve riassunto degl’interventi, ma con la opportuna premessa di Gramellini:

Il patrimonio artistico e culturale è l’unico petrolio su cui siamo seduti, nonché la principale e forse unica ragione per cui il mondo si ricorda ancora ogni tanto della nostra esistenza. Una classe dirigente di buon senso taglierebbe ovunque, tranne lì.

 

13 settembre

  • Corriere della sera | Lorenzo Salvia, Se la scuola rinuncia alla storia dell’arte.
    “Cosa ha cambiato la riforma per la storia dell’ arte? Poco nei licei. Al classico le ore di lezione sarebbero addirittura aumentate. Ma solo in teoria perché moltissimi licei prevedevano questa materia in forma sperimentale anche al ginnasio dove adesso non c’ è più. Stesso discorso per il linguistico mentre allo scientifico le cose sono rimaste uguali.
    La vera batosta è arrivata per gli istituti tecnici e commerciali dove, con poche eccezioni, è praticamente sparita. Persino all’ istituto professionale del turismo dove pure avrebbe il suo perché in un Paese come l’ Italia dove il turismo è anche Venezia, Firenze, Roma, e le altre città d’ arte.”
    .
  • Corriere della sera | Carlo BertelliCome si impoverisce un paese. La scuola senza storia dell’arte. (articolo ripubblicato su Bric–à–brac)
    “Paesaggio, affetti, ricordi sono nel nostro essere di italiani e sono alimentati da una sorgente privilegiata, che è la nostra consuetudine con l’arte nelle città antiche, nei borghi e nella campagne dove brandelli di territorio sono stati risparmiati alla speculazione.
    Ci domandiamo quanto questi sentimenti potranno resistere in un Paese che si dispone a dimettere quello che è stato per generazioni uno strumento importante per capire ciò che ci circonda, ovvero la storia dell’arte che ora, leggiamo, viene bandita persino da alcuni istituti turistici.”

    “Oggi quel taglio è un segno allarmante. Oltretutto in palese contraddizione con le dichiarazioni del ministro per i Beni Culturali, Giancarlo Galan, all’indomani dell’ atto di vandalismo compiuto contro la fontana del Moro, in Piazza Navona: «Sarebbe utile insegnare la storia dell’ arte fin dalle elementari». Certo non sarà male se si darà qualche notizia di storia dell’arte ai bambini.” 

 

14 settembre

  • ASCA | La Gelmini lamenta: Basta falsità. Non abbiamo fatto solo tagli. Sul taglio di ore di storia dell’arte dichiara:
    ”Sono rimaste invariate nelle medie e nei licei umanistici, e calate solo negli istituti tecnici perché l’indirizzo di quelle scuole dev’essere un altro. E comunque siamo sopra la media Ocse”.
    .
  • Stampa | Francesco BonamiStoria dell’arte. Una riforma contro l’Italia:
    “… in Italia Educazione Artistica e Storia dell’Arte sono da sempre, nelle scuole inferiori e superiori, materie considerate un gradino sopra l’Educazione Fisica.”
    “… situazione paradossale quella di vivere dentro un museo e non avere fin da piccolissimi la possibilità di conoscere gli strumenti per utilizzare la realtà che ci circonda al meglio. Pare che l’arte e la cultura siano quasi una seccatura dalle nostre parti. Ma guarda cosa ci è capitato! Nascere in una nazione piena di opere d’arte. Costretti a mantenerle. Obbligati a rispettarle. Per difendersi da questo mal di Dio allora l’unica strada è quella d’ignorarle, di non conoscerle, di disprezzarle e se nessuno ci vede anche di rovinarle.” 

 

15 settembre

  • Avvenire | Ferdinando CamonMa con poca arte che scuola d’Italia è?
    “E l’Arte? L’Arte figurativa? Per effetto dei tagli, l’anno scorso è stata ridotta nel primo anno delle superiori, quest’anno nel secondo, poi toccherà alle classi terze.
    Una riduzione di cultura dell’arte produce una riduzione della sua comprensione, e una minor comprensione dell’arte è per il ragazzo italiano una minor comprensione della città in cui vive, e delle città che visita.
    Questa “minor comprensione” dello spazio e del tempo in cui si vive, diventa una decurtazione della vita. È la vita che diventa minore. Non solo sa meno, ma anche sente meno.”
    .
  • Sempreunpoadisagio | Lo scorfano, Una postilla sulla storia dell’arte.
    “Già abbiamo eliminato la geografia, anche dai licei «umanistici»: ed è anche questa una scelta di una miopia, a mio parere, straordinaria. E siamo quindi un paese i cui adulti, mediamente, si vantano pure di non sapere dove siano i monti Sibillini e i cui ragazzi non sanno dov’è Ravenna («in Veneto» mi hanno detto l’anno scorso) e confondono la valle dei Templi con la val di Susa, senza sapere dove stanno entrambe. Eliminare anche la storia dell’arte mi pare assurdo.

    E negli istituti tecnici (e professionali) mi pare ancora più assurdo: proprio perché questi ragazzi non avranno altre opportunità di conoscerla, in tutta la loro vita. Se non gli insegniamo ora che cos’è la cappella degli Scrovegni, che cosa sono i mosaici di Piazza Armerina, come è fatto il colonnato di Bernini, questi non lo sapranno mai. Mai più. E a me pare grave, un delitto.
    Anche, tra l’altro, perché queste scuole tecniche (quelle che la Gelmini stessa non si stanca mai di dire che vanno rivalutate) sono le scuole più frequentate dagli alunni stranieri di seconda generazione, quelli che avrebbero più bisogno di sapere qualcosa dell’Italia e della sua bellezza. Quelli a cui dovremo concedere almeno un’occasione, almeno una, almeno da giovani: l’occasione di alzare lo sguardo verso la volta della cappella Sistina e di restare a occhi aperti per lo spavento della sua bellezza. Togliergliela per decreto ministeriale mi pare miope e, scusate la parola, anche un po’ disumano.”

 

16 settembre

  • Avvenire | Carmela Palumbo, direttrice  del dipartimento degli ordinamenti scolastici del MIUR, scrive una lettera per denunciare che le polemiche sui tagli all’insegnamento della storia dell’arte sono “fuori luogo”: Arte, la riforma e i suoi dettagli.
    Il direttore dell’Avvenire risponde elencando i tagli:
    · Eliminazione dell’indirizzo “Beni culturali” nel Liceo artistico, che ha comportato la cancellazione delle 4 ore settimanali di lezione dedicate alla “catalogazione” e al “restauro”.
    · Nei ginnasi le due ore di Storia dell’arte, introdotte in modo sperimentale e diffuso negli anni scorsi, non sono più previste.
    · Negli Istituti tecnici (dove la materia è stata sensibilmente ridotta, addirittura anche nell’indirizzo turistico) e Istituti professionali (dov’è sparita del tutto nei corsi di Moda, Grafica, Turismo nonché nel biennio conclusivo dell’Alberghiero).

 

17 settembre

  • Corriere della sera | Paolo Conti intervista Giulia Maria Crespi, presidente del FAINon insegnare storia dell’arte mette a rischio il nostro futuro:
    Storia dell’arte scomparsa nel biennio dell’ Istituto tecnico per il Turismo. Lo stesso avviene nell’Istituto Professionale Turistico, Istituto Professionale per la Grafica, Istituto professionale per la Moda. Niente insegnamento nel primo biennio dei licei classico e scientifico. Dico: nel classico! Ma come è mai possibile?
    “Non insegnare la storia dell’ arte significa togliere una indispensabile conoscenza a intere, future generazioni di geometri, architetti, sindaci che dovrebbero rispettivamente studiare e governare il territorio. Ma come potranno farlo se ignoreranno l’ arte italiana, così impregnata di Paesaggio culturale?”
    “L’Italia è un paese che vivrà in futuro soprattutto di turismo legato alla cultura, al nostro patrimonio. Come è immaginabile educare i futuri operatori turistici privandoli di una disciplina fondamentale per il loro lavoro? Ridicolo!
    L’ Italia è ricca solo di questo: di arte, di tesori, di musei, di passato… Ha ragione lo storico e saggista inglese Paul Kennedy quando dice che l’Europa può ancora contare, per il suo futuro, sull’ arte e la cultura. L’Italia più di tutti, aggiungo io, e quindi dobbiamo studiare e prepararci proprio per costruire quel futuro.”