Starting Point!, il Premio Tesi dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, già giunto alla sua terza edizione, si sposta quest’anno nel cuore della città, a Ravenna, all’ombra della Tomba di Dante e accanto all’antica Basilica dei SS. Apostoli, poi Chiesa di San Francesco. Lo spazio suggestivo della Cripta Rasponi e dei Giardini Pensili del Palazzo della Provincia custodisce memorie e frammenti di passati diversi.
La cripta, con un pavimento musivo proveniente dalla Basilica di San Severo (VI sec.), è quanto resta dell’antico Palazzo Rasponi databile al XVII secolo, un complesso distrutto nel 1922 sul quale venne poco dopo edificato il Palazzo della Provincia su progetto dell’architetto Giulio Ulisse Arata: un luogo cifrato e affascinante anche per la sequenza di aree verdi, dal giardino interno ai giardini pensili fino alla loggia e alla torretta, in più attraversato da uno spirito romantico come quello di Lord Byron.
Un evento con cui la Fondazione RavennAntica incrocia la sua vocazione –valorizzare il patrimonio tardo-antico e bizantino di Ravenna– con la ricerca artistica più contemporanea: Cripta e Giardini Pensili, riaperti al pubblico e anche sede prima del Sistema Museale della Provincia di Ravenna, ospitano oggi quattro giovani talenti dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna scelti da due promettenti curatori come Eleonor Grassi e Raffaele Quattrone tra quanti hanno completato il percorso accademico nel 2010.
Un “crossing” di energie crea inattese relazioni tra presente e passato, invita a scoprire nel luogo segni diversi: pittura, mosaico, installazione. La rivista Solo Mosaico, offrendo una residenza a Mosca e a San Pietroburgo al migliore artista per il mosaico, invita ad allargare lo sguardo tra capitali. L’Ufficio Giovani d’Arte del Comune di Modena e l’Ufficio Giovani Artisti del Comune di Ravenna mettono in rete altre energie, parte di un tessuto che valorizza e fa crescere l’arte di domani, il circuito dei Giovani Artisti Italiani. Per Roberta Grasso, Makiko Yanagawa, Silvia Naddeo, Alessadra Palestini, Starting point! è dunque una prima importante occasione di visibilità grazie a una mostra e a un testo critico, un inizio che si colora di intensità solare e invita a produrre nuove energie, nuovi sguardi.
Ricordando che Jacopo Casadei (selezionato nella prima edizione) e Marco Fellini (selezionato nella seconda edizione) sono stati chiamati a esporre all’Evento Speciale del Padiglione Italia dedicato ai talenti già emersi dalle Accademie italiane per la 54ª Biennale di Venezia.
Maria Rita Bentini
Roberta Grasso
Sacro e Profano
All’interno della Cripta Rasponi Roberta Grasso allestisce due installazioni site-specific basate sulla sua capacità di realizzare mosaici morbidi.
Nella prima installazione il capitello adibito a fonte battesimale diventa un altare sacrificale pagano sul quale la giovane artista colloca un lenzuolo ricamato, di colore bianco, realizzato in silicone come se da poco fosse stata sacrificata una vergine.
Nella seconda installazione ispirandosi alla relazione tra Lord Byron e Teresa Gamba Ghiselli, l’artista colloca sul pavimento musivo dell’abside della cripta un sontuoso lenzuolo identico nella trama a quello poggiato sul capitello ma di dimensioni maggiori insieme a quattro cuscini quadrati rivestiti con una trama in silicone bianco all’interno della quale ha realizzato un mosaico in marmo bianco di Carrara.
La cripta diventa così un’alcova all’interno della quale è stato consumato da poco un atto amoroso extraconiugale. Il dialogo tra sacro e profano ha però anche un’altra dimensione data dall’incontro tra il morbido mosaico contemporaneo realizzato dall’artista e l’aura di sacralità che connota il pavimento musivo proveniente dalla Basilica di San Severo. Una riflessione quindi sul patrimonio artistico della città e sul suo futuro per non restare prigionieri di una importante memoria storica.
Roberta Grasso, nata a Torino nel 1986, consegue nel 2011 il Diploma Accademico di II livello in Mosaico presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna.
Ha partecipato a Ravenna Visionaria/Viso-in-aria (2010), Maria delle Croci, Ravenna; Life is mosaic! (2010), Chiostro Oriani, Ravenna; After After (2011), NiArt Gallery, Ravenna. Nel 2011 ha tenuto la sua prima personale presso lo showroom Ravenna Tendaggi di Faenza.
Roberta Grasso, Soft
Makiko Yanagawa
Accumulando il tempo
L’artista giapponese Makiko Yanagawa realizza in mosaico, utilizzando tessere di circa 2 mm, la piantina della Cripta Rasponi e dei Giardini Pensili del Palazzo della Provincia di Ravenna.
Con il suo lavoro lento e minuzioso l’artista ri-costruisce simbolicamente, tessera dopo tessera, mattoncino dopo mattoncino sia l’edificio sia i giardini come per impossessarsi della cultura che pervade il luogo, della memoria collettiva che lo permea e di tutti quei segreti che la città custodisce con profondo orgoglio.
Quest’appropriazione è comunque un processo che richiede molta passione, determinazione, pazienza e tempo così come richiede molte di queste attitudini realizzare un’opera in micro-mosaico. Realizzare una piantina dello spazio espositivo è anche un tentativo di dare delle coordinate, dei riferimenti in un momento storico nel quale mancano riferimenti identitari, sociali ma anche culturali stabili e solidi.
Forse l’artista ci invita a riflettere anche su quelle forme di burocratizzazione e spersonalizzazione dell’esistenza umana invitandoci a stabilire un nuovo rapporto con i luoghi nei quali viviamo e con il tempo a nostra disposizione intendendolo come dimensione dell’essere, come storia ma anche come memoria.
Makiko Yanagawa, nata a Fukuoka in Giappone nel 1973, consegue nel 2011 il Diploma Accademico di I livello in Mosaico presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna.
Ha esposto in Giappone presso il Museo Comunale di Tokyo e di Shinminato e presso la Tama Art University. In Italia ha partecipato a TEXTURES (2010), Factory Outlet, San Marino e TRENDS. Il più giovane mosaico contemporaneo (2011), Porta degli Angeli, Ferrara.
Makiko Yanagawa, Accumulando il tempo
Silvia Naddeo
Byron’s Delight
Silvia Naddeo si ispira e rende omaggio al personaggio di Lord Byron che intorno al 1819 visse a Ravenna e soggiornò vicino all’attuale Palazzo della Provincia, concentrandosi su un aspetto particolare e sconosciuto del poeta inglese: il suo rapporto con il cibo. Per stare attento alla linea, Byron “saltava il pranzo, ingannando l’appetito con un biscottino e una tazza di tè”.
Da qui l’idea di un insolito e improbabile pic-nic sull’erba a base di tè e biscotti che si concretizza in un’installazione che mescola elementi musivi (la tovaglia a scacchi bianchi e rossi, i tovaglioli, i biscotti, il taccuino) e non (il cestino di vimini, la teiera e le tazze di ceramica bianca). L’utilizzo di materiali diversi -tessere di marmo di diversi colori, travertino giallo, vetro rosso e bianco ma anche resina e oggetti comuni- contribuisce a creare un effetto visivo complessivo che oscilla tra il Neo-pop e l’autentica verosimiglianza (da notare in particolare la riproduzione dei biscotti).
Un ironico Déjeuner sur l’herbe di soli oggetti che si inserisce all’interno del giardino, invitando lo spettatore a usare la vista ma anche il tatto. L’opera rappresenta un ulteriore passo nella ricerca dell’artista, focalizzata su cibo, cucina e alimentazione.
Silvia Naddeo, nata a Roma nel 1984, si laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna completando la sua formazione col Biennio Specialistico di Mosaico.
Nel 2010 vince il Premio Nazionale delle Arti (sezione Decorazione) assegnato da una prestigiosa giuria presieduta da Anna Mattirolo, Direttrice del MAXXI Arte, Roma. Nel 2011 vince il premio R.A.M. Concorso per giovani artisti, sezione Mosaico, promosso dall’associazione Mirada.
Silvia Naddeo, Byron's Delight
Alessandra Palestini
Remembering Spring
Le finestre della Cripta Rasponi non permettono di vedere il giardino e le sue piante perché hanno un vetro opaco e smerigliato.
Alessandra Palestini ha quindi deciso di riportare, attraverso la pittura, parte del panorama esterno all’interno della Cripta. Una tela posta nella parte alta di una delle finestre, riproduce in maniera iperrealista lo scorcio che vi è nascosto dietro: in primo piano, il glicine che scende dall’alto e sullo sfondo, il verde dei cipressi.
La pittura diventa qui veicolo di realtà. La tela si impregna di reale come una fotografia. Il tempo si ferma e il momento della fioritura dei glicini dura per sempre, in un eterno ricordo della primavera. Il contrasto tra la caducità dei fiori del giardino e l’eternità di quelli su tela conduce lo spettatore a una meditazione sul tempo.
L’opera è anche un invito a una visione più attenta della realtà: una riflessione sul nostro sguardo che spesso vede le cose che abbiamo sotto gli occhi come dietro a un vetro smerigliato, fino a che non rallenta e si posa su qualcosa; solo allora potrà cogliere particolari che a occhio nudo non si vedono, come nella pittura di Alessandra Palestini.
Nata a Cesena nel 1985, vive a Cesenatico, Alessandra Palestini si è diplomata in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Ravenna nel 2011, con la tesi I fiori: viaggio attraverso l’arte.
È stata selezionata tra i finalisti della VIIª Biennale Internazionale di Pittura 2010, premio Felice Casorati, Torino – Helsinki. Ha partecipato nel 2010 alla mostra Nouvelle Vague 3, ex chiesa in Albis, Russi; nel 2008 alla mostra L’accademia al castello, Sant’Agata Feltria (RN) e alla 6ª edizione di Vernice Art Fair, Forlì.
Alessandra Palestini, Remembering Spring
I curatori:
- Eléonore Grassi, nata a Parigi il 6 febbraio 1977, vive e lavora a Bologna
- Raffaele Quattrone, nato a Foggia il 19 novembre 1974, vive e lavora a Bologna